Il progetto trova la sua collocazione come un’isola culturale che delicatamente si instaura nell’assetto urbano preesistente diventando uno spazio familiare, un salotto culturale aperto a tutta la città. Sito in un tessuto consolidato, il volume del vecchio fabbricato racchiude, all’interno della sua rigidità formale propria dell’architettura industriale, il nuovo volume polimorfo che si riserva quanto più spazio possibile per prendere le distanze dai confini della fabbrica precedente. La superficie vetrata permette così di avere uno spazio interno libero in cui la luce penetra fornendo una illuminazione naturale ed una vivibilità dello spazio estremamente elevata.